martedì 18 luglio 2023

Vacanza a Gabicce tra mare e monti

 Tra Romagna e Marche, località di confine in provincia di Pesaro-Urbino, si trova Gabicce. Gli alberghi si affacciano quasi tutti sul mare ma una fascia di vegetazione li separa dalla spiaggia raggiungibile a piedi o in bici attraverso scalini, passerelle e sentieri. Una spiaggia senza traffico se non delle piccole auto elettriche per il trasporto degli ospiti. 

Oltre al centro, ricco di negozietti di gioielli realizzati con pietre e minerali, dove si svolgono mostre, mercatini e presentazione di libri, si può fare una passeggiata nel borgo di Gabicce Monte. L'atmosfera richiama quella dei film anni '60 di Dino Risi, il panorama sul mare visto dalla collina del Parco naturale di San Bartolo è splendido. Merita sedersi a un tavolino dello storico bar ristorante Bel sit affacciato sul mare al tramonto: si può vedere tutta la costa punteggiata di ombrelloni fino a Rimini.

Proseguendo si raggiunge Vallugola, la cui baia ospita un porto turistico e una spiaggia sassosa oltre a ben tre ristoranti tra i quali il Falco, dove si cena direttamente sulla spiaggia. Sopra alla baia sorge l'hotel Capo Est, un quattro stelle degli anni '70 che offre un panorama strepitoso dalla colazione del mattino sulla terrazza al tramonto mentre si cena al ristorante. I pomeriggi trascorrono oziosi in piscina o nella spiaggetta privata collegata all'hotel attraverso un ascensore panoramico. 

(Info: www.hotelcapoest.com)

Merita sicuramente la passeggiata che conduce attraverso il parco San Bartolo al tetto del mondo con imperdibili scorci a sul mare. 

Proseguendo sulle colline, si raggiunge laa località di Fiorenzuola di Focara, suggestivo borgo a picco sul mare sorto tra il X e XIII secolo sempre all'interno del Parco naturale di San Bartolo. La cittadina, sorta in cima alla collina a scopo difensivo insieme alla vicina Casteldimezzo, è ricordata anche da Dante nella Commedia, come cita la lapide sulla porta d'accesso al borgo:

”Quel traditor che vede pur con l’uno,
e tien la terra che tale qui meco
vorrebbe di vedere esser digiuno,
farà venirli a parlamento seco;
poi farà sì, ch’al vento di Focara
non sarà lor mestier voto né preco”

(Canto XXVIII dell’Inferno, Divina Commedia).